E la felicità, prof?     

Al Teatro Nuovo di Napoli l'8 febbraio è andato in scena lo spettacolo “E la felicità prof?” presentato dall’organizzazione Teatri di Bari.

La classe 4ªS1

Al Teatro Nuovo di Napoli l’8 febbraio è andato in scena lo spettacolo “E la felicità prof?” presentato dall’organizzazione Teatri di Bari.

Lo spettacolo si ispira all’omonimo libro pubblicato nel 2012 da Giancarlo Visitilli, un insegnante di lettere che, con sguardo curioso verso gli studenti, decide di dare voce alle storie dei suoi alunni al fine di mostrare e comprendere il loro punto di vista.

Si alza il sipario e sul palco compare un unico attore, Luigi D’Elia, che interpretava il professore di una classe del liceo, ma non solo, vestiva anche i panni dei giovani studenti e di tutti i personaggi presenti nello spettacolo. Questo particolare ha amplificato e catturato ancor più l’attenzione del pubblico, che, rapito dalla rapidità delle scene e dalla bravura dell’attore, è stato catapultato nella vita di ogni singolo personaggio rappresentato.

Spesso nei racconti ci viene fornita un’unica prospettiva, in questo spettacolo, invece,  sono espresse la gioia, la tristezza e i dubbi di ognuno dei personaggi, dai ragazzi meno considerati a quelli nei confronti dei quali tutti nutrivano grandi aspettative, fino  al professore, che generalmente viene visto come “ il nemico” e si rivela  invece la guida di questi giovani.

L’attore Luigi d’Elia rivela adolescenti disillusi ma non arresi, che chiedono agli adulti di credere ancora nella scuola e in loro. Il prof ,questo docente inconsueto, innamorato di Don Milani e De André, vuole soprattutto capire “cosa passa nella testa dei ragazzi, a quale ritmo si muova il loro cuore” e perché troppo spesso definiscano il mondo dei grandi “un invito al massacro”!

Attraverso un quotidiano ed ostinato confronto con una classe nell’anno della maturità, il prof ascolta e racconta storie che parlano di amore, malattia, diversità, integrazione, violenza, anoressia, guerra: insomma, storie che parlano di vita. Perché, anche in una scuola abbandonata a se stessa, e spesso intrappolata in vecchi schemi, Visitilli non rinuncia a quella che considera la sfida più importante del suo mestiere: spingere ogni ragazzo alla ricerca della felicità.

Possiamo affermare che questo spettacolo non è stato solo risate e lacrime, è stato un momento di riflessione, per noi e per gli insegnanti presenti.

‘Ma li avete mai guardati in faccia sti ragazzi?’

Una delle battute che recita Luigi D’Elia e che particolarmente ci ha colpito.

Può suonare banale, ma forse alcuni docenti non si rendono conto che di fronte a loro ci sono esseri umani, con sogni, speranze ed emozioni, a volte basterebbe un solo sguardo, dritto negli occhi, per scoprire un mondo pieno di crepe e paure che ogni giovane studente si porta alle spalle. La scuola deve essere luogo di insegnamento e crescita, di certo non un posto in cui l’omosessuale viene allontanato, il dislessico sminuito e chi sbaglia abbandonato.

Quello che siamo e che saremo entra ed esce per la scuola, il luogo in cui veniamo giudicati o aiutati, ma soprattutto dove veniamo formati per far parte della società futura.

Lo spettacolo ha trasmesso un po’ di speranza a tutti, agli studenti che hanno paura di non farcela e ai professori che vogliono lottare per i propri alunni.

In “E la felicità prof?” Luigi D’Elia ha trasmesso brillantemente le sfumature dell’adolescenza, catturando le emozioni, i desideri e le sfide che definiscono questa fase della vita. La prospettiva empatica del protagonista ha enfatizzato la necessità di comprensione reciproca ,di  inclusività nell’ambiente scolastico e  l’importanza di un buon rapporto tra studenti e insegnanti.

Lo spettacolo ha lasciato sia agli studenti che ai docenti un messaggio di ottimismo, quello di lottare per una formazione autenticamente educativa e comprensiva, che riconosca e apprezzi ogni studente nella sua unicità.

Certo…ci viene da pensare che è difficile un rapporto empatico e l’attenzione alla bellezza di ciascun volto in classi-pollaio!