di Filomena Alaadik 4ªC1 Liceo Classico Quadriennale –
Venerdì 12 aprile 2024, presso il teatro comunale di Benevento, nell’ambito della decima edizione del Festival filosofico del Sannio curato dalla professoressa Carmela D’Aronzo, si è tenuto l’incontro con Carlo Landi che ha avuto come tema. “Intelligenza Artificiale come filosofia”. Tra gli interventi significativi quello del Magnifico Rettore dell’Università del Sannio, professor Gerardo Canfora ed esperti di settore quale Carlo Mazzone e altri ancora provenienti dal mondo del lavoro e dal dipartimento di ingegneria dell’ateneo beneventano
La premessa non ha tradito le aspettative e questo quart’ultimo appuntamento ha affrontato il tema dell’Intelligenza Artificiale, partendo da una definizione dell’IA stessa, per arrivare alla relazione che può avere con la Filosofia.
Il dibattito è stato interessante già dalle prime battute nel valore sintattico o semantico dell’AI, ma anche sulla nascita, sugli effettivi sviluppi e i pericoli legati all’Intelligenza Artificiale. Durante l’intervento del rettore Canfora sono emerse in particolare tematiche che sono poi tornate anche nella lectio di Giovanni Landi, come il test di Turing e la datazione dell’A.I.
Il test di Turing rappresenta una prima ipotesi di una possibile esperienza finalizzata a stabilire se una macchina sia capace di esibire un comportamento “intelligente”. Nell’articolo “Computing machinery and intelligence”, pubblicato nel 1950 sulla rivista Mind, Giovanni Landi ci spiega che Alan Turing rivoluziona la concezione che fino ad allora avevamo avuto di tecnologia. Grazie al test Turing, infatti, si cambia la prospettiva: non ci si chiede più se una macchina possa pensare, ma ci si chiede se il pensiero possa essere meccanizzato. Questo è un passaggio fondamentale nella prospettiva dell’evoluzione tecnologica, che richiede, però, prima di tutto, una definizione di che cosa è il pensiero, concetto puramente filosofico e quindi, come precondizione, che sia definita la parola Filosofia. La vera domanda per il filosofo Landi non è: che cosa è l’intelligenza artificiale, ma che cosa è la filosofia, cosa è il pensare e il pensare filosofico.
Secondo Landi la Filosofia è, come dice Hegel, idealista. Idealista da non tradursi letteralmente nel suo significato italiano, cioè è nel suo massimo, optimum, ma da leggersi ricercandone il significato nella etimologia tedesca. Infatti ideale è per il filosofo tedesco ciò che è prodotto dalle idee e le idee altro non sono che il prodotto di un pensiero che si esprime come una forma di intelligenza. È in questa etimologia che c’è un punto che matematicamente definiremo di discontinuità eliminabile tra filosofia e l’A.I., che, per certi aspetti, si uniscono e si separano contemporaneamente: Filosofia e Intelligenza Artificiale condividono entrambe la tematica del pensiero e entrambe sono alla ricerca del vero. Tuttavia la Filosofia non accetta comprovazioni fornite da metodi sperimentali, mentre l’Intelligenza Artificiale si basa unicamente sugli errori e sull’apprendimento degli stessi.
Da noi studenti in platea ci si aspetta, in futuro uno sviluppo e un più consapevole utilizzo dell’IA e, di sicuro, il seme gettato in questa giornata non andrà disperso. Rappresentiamo la generazione di mezzo tra l’infanzia oramai archiviata e la maturità che bussa nervosa e intrigante alla porta. Ci sentiamo parte di questo mondo che sta per avverarsi, in cui l’IA può rappresentare un’opportunità e non un limite alla nostra evoluzione se, e solo se, saremo capaci di governarla tecnicamente ed eticamente.
Per noi è un po’ come Pinocchio nelle mani di Mastro Geppetto, un potenziale enorme che necessita di conoscenza, di creatività, di fiducia, di regole e anche un po’ d’amore per noi stessi e per il prossimo.
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