Tra otium e liberazione dagli affanni: una giornata tra i resti di una villa imperiale

lezione sul campo nell’area archeologica del Pausillypon

Nell’ambito delle attività legate al la.pro.di. La classe 2ªC2 accompagnata dalla 3ªC2 e guidata dai docenti Chietti Vittorio, Gubitosi Matilde, Niro Concetta e Garofano Rossana ha svolto una lezione sul campo nell’area archeologica del Pausillypon. La scelta di questa meta è stata motivata dalla tipologia di percorso didattico che la classe sta svolgendo da circa un biennio nel territorio flegreo. Lo scorso anno, la parte visitata ha interessato le zone di Cuma, Pozzuoli e Baia, sul lato occidentale del territorio flegreo. In continuità con tali zone, l’attività di studio della classe ha visto la propria conclusione nell’ area collinare di Posillipo.

L’ oggetto principale della vista è stata la villa di Vedio Pollione, ricco liberto di origine beneventana e proprietario di una delle ville di otium più celebri del territorio napoletano.

L’accesso alla villa è preceduto dai circa 700 metri di camminamento della grotta attribuita a Seiano (I d.C.).
La grotta, in realtà, è di età repubblicana e fu realizzata dal celebre ingegnere Lucceio, autore di altre gallerie realizzate tra gli attuali territori di Fuorigrotta e Pozzuoli. Il percorso era originariamente finalizzato al transito di vetture che rifornivano la villa di ogni tipo di merci provenienti dal porto dell’antica Puteoli.
L’ area archeologica è importante anche per la sottostante area marina ricca di fauna ittica, caratterizzata dalla presenza di due tipi di rocce di origine vulcanica: il tufo grigio e il tufo giallo.
Infatti, dal Belvedere della villa, è possibile osservare una parte emersa dell’antico cratere da cui ha avuto origine gran parte dell’area paesaggistica comprendente l’isola di Nisida.

Della villa romana, divenuta imperiale dai tempi di Agusto, è possibile  osservare la sezione occupata dai resti del teatro e dell’odeion, ossia di quella parte dedicata alle attività ludiche e di intrattenimento. Un particolare molto interessante, presente solo in questa villa, è lo spazio rettangolare che fungeva da cassa armonica, in quanto era anticamente riempita di dolia, cioè di vasi di creta che amplificavano il suono e la voce degli attori.

Un altro particolare da menzionare è rappresentato dalle tracce di preziosi marmi provenienti dall’ Asia Minore, soprattutto dall’isola di Rodi. Difatti, Vedio Pollione fu governatore della Cilicia. Da qui lui, al termine della sua attività politica, portò una gran quantità di oggetti e materiali preziosi (come il celebre marmo cipollino) con i quali adornò la sua villa.
Inoltre, abbiamo notato una lapide sulla quale era inciso il nome di “Claudio Amaranto”, un liberto di origine orientale che fu deportato come sciavo a Napoli e poi fu liberato dallo stesso Pollione.

Purtroppo la parte del complesso termale della villa, comprendente le parti del calidarium, è attualmente chiusa al pubblico a causa delle operazioni di scavo e di restauro ancora in corso d’opera. La fama della villa era legata alla sezione delle peschiere, situate nella parte bassa della collina che è stata sommersa dal mare a causa delle ripetute manifestazioni di bradisismo. Tali pescherie erano adibite a veri e propri vivai di pesci e soprattutto di murene, particolare questo che aumentò la “Leggenda nera” di Vedio Pollione che dava in pasto a delle murene giganti i suoi schiavi ribelli. Con la villa di Vedio Pollione si conclude lo studio dell’area flegrea con la sua storia e i suoi miti che costituisce un tassello importantissimo non solo della storia antica in generale, ma anche un’affascinante memoria della nostra tradizione e della nostra identità campana.

versione originale per la stampa –>>