Nella Biblioteca dell’istituto scolastico “Telesi@” il 23 Novembre 2024, gli studenti delle classi terze, quarte e quinte del Liceo Scientifico delle Scienze applicate e i docenti, radunati per un incontro organizzato contro la violenza di genere, sono stati testimoni di una storia che ha scosso le loro coscienze e aperto il cuore a riflessioni profonde.
Una testimonianza di dolore e resilienza
L’incontro, organizzato dalla professoressa Anna Cinzia Lettieri, ha visto protagonista una donna coraggiosa, Antonietta Gargiulo, che ha raccontato la sua drammatica esperienza di sopravvissuta alla violenza domestica. Antonietta ha subito anni di maltrattamenti fisici e psicologici da parte del suo ex marito, il carabiniere Luigi Capasso, culminati in un atto di estrema crudeltà, il 28 febbraio 2018: il tentato omicidio della stessa e l’omicidio delle loro due figlie, Alessia e Martina, un crimine che ha segnato la sua vita in modo indelebile.
“Ero troppo giovane e non avevo la cultura adeguata per comprendere i segnali”, ha esordito Antonietta, con voce tremante ma ferma. “Ed anche quando li ho compresi, nessuno mi ha aiutata”.
L’importanza della prevenzione
Antonietta ha spiegato come le violenze iniziarono in modo sottile: insulti, controllo, isolamenti dai propri amici e familiari. “L’amore non toglie, aggiunge”, ha detto. Solo col tempo si è resa conto di essere intrappolata in una spirale di abusi da cui era sempre più difficile uscire, fino al ritrovarsi tre colpi di pistola nel corpo.
Il momento più drammatico del suo racconto è stato quando ha parlato della tragica perdita delle sue figlie, vittime innocenti della furia del padre.
L’impatto sugli studenti
Gli studenti, visibilmente commossi, sono intervenuti con diverse domande e riflessioni alla fine del suo discorso. Hanno compreso che è di estrema importanza essere più consapevoli ed attenti ad ogni tipo di segnale di abuso, forse riconoscendone anche degli esempi vicino a loro. Antonietta ha sottolineato come segnali di allarme vengano spesso sottovalutati, ad esempio il controllo, la gelosia ossessiva e l’umiliazione costante.
L’incontro è stato anche l’occasione per sensibilizzare sull’importanza delle reti di supporto e delle istituzioni dedicate: centri antiviolenza, linee di emergenza e associazioni che offrono aiuto a chi si trova in situazioni di pericolo. “A.M.A.”, è lo slogan che dalle nasce iniziali di Alessia, Martina e Antonietta, le tre vittime di questo tragico avvenimento, sì perché solo l’Amore è il rimedio che salva la nostra vita, la nostra società.
Educare per prevenire
L’iniziativa, organizzata nell’ambito della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, ha lasciato un segno profondo nella comunità scolastica. Il vicesindaco, Vincenzo Fuschini, intervenuto al termine dell’incontro, ha sottolineato il ruolo cruciale dell’educazione nella prevenzione di simili tragedie, evidenziando come non bisogni limitarsi solo a proteggere le donne, ma soprattutto ad educare gli uomini a non commettere simili atti.
Antonietta, nonostante il peso del suo dolore, ha concluso con un messaggio di speranza: “La violenza non è amore. Se vi trovate in una situazione di pericolo, abbiate il coraggio di chiedere aiuto.”
Un monito per il futuro
L’incontro è terminato con un forte applauso, seguito poi da un lungo silenzio. Una testimonianza che ha lasciato gli studenti pietrificati, incapaci di rialzarsi dal loro posto e ritornare nelle loro aule. Un’occasione che ha segnato tutti i presenti, una testimonianza che non è stata solo un racconto di violenza, ma anche una lezione di resilienza e di speranza, di come una donna, nonostante tutto, possa continuare a vivere e a lottare per la sua dignità e per il ricordo delle sue amate figlie.
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