“Inside Out, riconoscere e comprendere le proprie emozioni”, è il titolo dell’incontro tenutosi, in streaming, il 19 Novembre, organizzato da Fondazione Corriere della Sera e Amici di Scuola e dello Sport, nell’ambito del progetto “Insieme per capire”. Sono intervenuti Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta, e Barbara Tamborini, psicopedagogista, formatrice e saggista.
L’incontro ha avuto inizio con l’intervento del dott. Pellai, al quale la moderatrice ha chiesto in che modo possiamo comprendere e prendere consapevolezza delle proprie emozioni. Il relatore partendo da un confronto tra esseri umani e animali ha evidenziato come i secondi, in particolare, sono incapaci di riconoscere le emozioni reagendo a una stessa situazione sempre come se fosse la prima volta, a differenza dell’essere umano che è in grado di lavorare sulla propria emotività, può comprenderla e trasformarla in una risorsa per la vita.
Di seguito l’analisi condotta, a riguardo, dal dott. Pellai:
1. la rabbia, è estremamente importante, non a caso è la prima di tutte, essa ci permette di combattere contro il nemico inondando il nostro cervello emotivo di neuromediatori biochimici che ci rendono molto più potenti;
2. la paura, emozione salvavita, paragonabile a un antifurto che inizia a suonare nel momento in cui avvertiamo qualcosa che potrebbe nuocerci, in modo da proteggerlo. La paura chiaramente non funziona nel caso in cui l’antifurto suona a vuoto.
È di fondamentale importanza mettere bene a fuoco i sensori della paura anche per evitare di vivere nell’ansia costante che, a lungo andare, potrebbe sfociare in attacchi di panico;
3. la tristezza, l’emozione più dolorosa in assoluto come quella che si prova per la perdita di una persona cara e della sua vicinanza protettiva. È un’emozione altrettanto importante perché, pur di non provare tristezza, tenderemo a costruire rapporti sani e duraturi in cui è presente la reciproca protettività;
4. il disgusto, l’emozione che ha il compito di proteggerci da tutto ciò che è velenoso e tossico. La stessa espressione “che schifo”, spesso utilizzata da noi adolescenti, è in realtà un meccanismo di difesa nei confronti di ciò che potrebbe ferirci;
5. la sorpresa o gioia, infine, è definita come il contrario della paura. In ciò che non conosciamo, infatti, potrebbe esserci qualcosa di pericoloso, ma nell’ignoto ci sono molte cose che non conosciamo ma che potrebbero rivelarsi attraenti.
Successivamente è intervenuta la dott.ssa Tamborini, alla quale è stato chiesto in che modo le parole possono essere utili per riconoscere le emozioni.
Le parole, fa presente la relatrice, utilizzate nel modo giusto, sono importantissime per lavorare sulle emozioni. A riguardo mostra, attraverso una serie di testimonianze, come il parere degli altri può influenzarci e come può distruggere ogni tentativo di convivere con le proprie insicurezze. Questo fa capire l’enorme potere che possiede anche una singola parola su noi ragazzi in un periodo della vita così delicato, quello dell’adolescenza, in cui è difficile sentirsi sempre adeguati, soprattutto rispetto a quei modelli, spesso irraggiungibili, proposti dalla società.
Statisticamente, evidenzia la Tamborini, sono molte di più le ragazze a sentirsi inadeguate mentre nei ragazzi è stata rilevata maggiore difficoltà nell’esprimere le proprie emozioni.
Concludendo, il consiglio che gli esperti danno a noi adolescenti è quello di aprirci al dialogo, portando fuori preoccupazioni e insicurezze, ma anche d’imparare a riconoscere le nostre emozioni per poterle gestire.
La comprensione dei propri stati emotivi, attraverso una connessione più profonda con se stessi, ci consentirà di agire in modo più consapevole e di affrontare la vita con maggiore sicurezza.
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