Da un approfondimento disciplinare di educazione civica, sollecitato dalla prof.ssa Ida Falato, è nata la curiosità di conoscere la storia della “Gazzetta Ufficiale”, la fonte ufficiale di conoscenza e diffusione delle norme in vigore. Questo giornale è il più antico d’Italia e coincide in gran parte con la storia del nostro Paese. La prima traccia risale al 30 gennaio 1567, ma le prime pubblicazioni con carattere di giornale vanno dal febbraio del 1645 al dicembre del 1665, edite a Torino dal Governo Sabaudo. Oltre alle notizie di quanto accadeva nel mondo, pubblicava anche riassunti o testi delle leggi e delle disposizioni emanate dal Ducato Sabaudo. Successivamente, il 4 gennaio del 1797 esce la prima edizione della “Gazzetta piemontese”. Il termine “gazzetta” discende da un’antica moneta fuoricorso che veniva utilizzata a Venezia e con la quale si pagava un numero di giornale denominata appunto “gazzetta”. Nel 1848 il giornale cambiò radicalmente assumendo anche il suo carattere di ufficialità. Nella testata, infatti, accanto al vecchio titolo venne aggiunta la dizione di “Giornale Ufficiale del Regno”. Esso era diviso in due rubriche: una parte ufficiale, riservata alle pubblicazioni di atti, e una parte non ufficiale, destinata a riportare notizie e fatti di varia natura. La situazione mutò nel 1854 quando fu disposto che il giornale avrebbe dovuto dare l’avviso ufficiale dell’avvenuta inserzione delle leggi e dei decreti reali e che da quel momento sarebbe iniziato il periodo di “vacatio legis”.
Il 4 gennaio 1860, dopo i risultati che portarono gradualmente all’annessione dei vari Stati ed all’Unificazione dell’Italia, il vecchio titolo fu sostituito con “Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia”. Si deve ritenere che da tale giornale derivi l’attuale “Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana”, la quale per questo riporta oggi nella sua testata “Anno 165°”. Quest’ultimo titolo venne proclamato dopo il referendum del 1946 e nel suo primo fascicolo, uscito in edizione straordinaria il 20 giugno di quell’anno, furono pubblicati i risultati referendari ed altre disposizioni conseguenti alla mutata forma istituzionale dello Stato. In alto alla testata non comparve il vecchio stemma del regno Sabaudo, ma il simbolo della Repubblica Italiana. Simbolo che rappresenta i principi costituzionali su cui si fonda la Repubblica e quindi, il lavoro dei cittadini, la libertà e la democrazia, l’impegno della nazione a perseguire l’unità, la pace e la fratellanza tra i popoli.
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