“L’ho letta attentamente! Possiamo firmare con sicura coscienza”.
“Queste le parole pronunciate dal Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, il 27 dicembre 1947, a palazzo Giustiniani, appena prima di firmare la Costituzione italiana, controfirmata dal presidente dell’Assemblea Costituente Terracini e dal presidente del Consiglio dei Ministri De Gasperi, con il visto del guardasigilli Grassi”.
Settantasette anni dopo, avvicinandoci timidamente allo studio della Costituzione italiana, ne troviamo particolarmente interessanti le origini storiche.
Proprio il 27 dicembre, alle ore 17:00, “Il Presidente della Repubblica prende posto al tavolo della firma. Due calamai, quattro penne da ufficio, rievocano la frugalità tra cui sono nate tutte le grandi carte democratiche a cominciare dalla settecentesca e americana Dichiarazione dei Diritti”.
A firmare la Costituzione è il Capo provvisorio dello Stato, Enrico De Nicola, la cui carriera aveva preso forma nel Partito Liberale, dove si affermò come deputato e poi come presidente della Camera dei Deputati, dimostrando doti di equilibrio e mediazione. Infatti, fu stimato dal popolo italiano e considerato un punto di riferimento per la società tutta: “De Nicola è un grande giurista, siamo tranquilli anche noi, risponde Alcide De Gasperi”.
La promulgazione rappresenta un momento cruciale e solenne nella storia della nostra Repubblica, in quanto con la firma della Carta Costituzionale, fonte suprema del diritto nel nostro ordinamento giuridico, “vertice della gerarchia delle fonti”, sono riconosciuti e garantiti quei diritti inviolabili dell’uomo, di cui all’articolo 2, tragicamente violati durante il periodo fascista.
Dunque, quella firma, di cui noi studenti ne cogliamo il valore, ha dato vita alla nostra Legge fondamentale che, lungi dall’essere un mero testo giuridico, si pone come “Legge delle leggi”, il cui dinamismo e la cui forza hanno consentito alle Istituzioni di traghettare il Paese attraverso alterne vicende storiche, senza mai venir meno ai principi di democrazia, legalità e uguaglianza che la animano.
Proprio la capacità della nostra Costituzione di recepire le mutate esigenze del corpo sociale e di rinnovarsi accogliendo le nuove sensibilità che emergono nel Paese, ne preservano l’indispensabile carattere di attualità e modernità, configurandosi come una formidabile guida pratica per affrontare le sfide del presente: la difesa dei diritti umani, la lotta alle disuguaglianze, l’importanza della partecipazione democratica e della solidarietà.
Un’opera viva, capace di trascendere il tempo, scritta da uomini e donne del passato (i Padri e le Madri costituenti) per uomini e donne di oggi e di domani.
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