Incontro con la Camera Penale di Benevento

a cura di Di Cerbo Agnese, 4ªES1

Il giorno 14 febbraio 2025,  presso il Liceo Economico Sociale di Solopaca dell’I.I.S Telesi@, si è svolto un interessante incontro con i rappresentanti della Camera Penale di Benevento. Erano presenti l’avv. Simona Barbone,  presidente della Camera penale, l’ avv. Giuseppe Nardone,  l’avv. Fiorita Luciano, l’avv. Giuseppe D’Agostino e l’avv. Giuseppe Santagata che hanno guidato gli studenti alla scoperta del diritto penale e del funzionamento del processo penale. L’evento ha rappresentato un’importante occasione per comprendere il ruolo della giustizia nella società e approfondire tematiche sulla legalità e sulla tutela dei diritti.

Nel corso dell’incontro, gli avvocati hanno spiegato i principi fondamentali del diritto penale, le fattispecie di reato e le  sanzioni previste dal nostro sistema per la punizione dei responsabili. Hanno, altresì, illustrato il ruolo e le funzioni delle  parti del processo penale, tra cui: il Pubblico Ministero, l’avvocato della Difesa, il Giudice.

L’intervento ha evidenziato l’importanza del diritto alla difesa, un pilastro del nostro ordinamento giuridico, sancito dall’art. 24 della Costituzione italiana che garantisce a chiunque di essere giudicato equamente e con tutte le garanzie previste dalla legge.

Tale norma costituisce il cardine del sistema giudiziario penale e rappresenta un principio di civiltà perché anche una persona accusata dei delitti più efferati che sconvolgono la coscienza sociale, ha comunque il diritto ad avere una difesa adeguata.

Il nostro ordinamento prevede degli istituti concreti per garantire a tutti tale diritto, come quello  della difesa d’ufficio e del gratuito patrocinio, quando l’imputato  si trova in condizioni economiche disagiate e non è in grado di far fronte alle spese legali di un processo.

Altro principio costituzionale fondamentale che è strettamente collegato con quello del diritto di difesa è quello del giusto processo,  introdotto con  legge costituzionale del 23 novembre 1999 n. 2, che ha riformato l’art.111 della Costituzione.

L’attuale formulazione di tale norma prevede che ogni processo si deve svolgere nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti ad un giudice terzo e imparziale. Altre norme della Costituzione, oggetto di approfondimento, sono state l’art. 25 che prevede il diritto della persona ad avere un giudice naturale, precostituito per legge, sulla base dei criteri oggettivi previsti dalla norma stessa  e il fondamentale art. 27 sulla responsabilità penale e sulla funzione rieducativa della pena ma soprattutto sulla presunzione di non colpevolezza dell’imputato sino a condanna definitiva.

Un altro argomento di discussione, particolarmente interessante, è stato quello legato agli errori giudiziari, ovvero quei casi in cui una persona viene ingiustamente condannata per un reato che, in seguito si accerta non aver commesso. Gli avvocati hanno portato esempi di casi  eclatanti di “orrori” giudiziari, come quelli di Beniamino Zuncheddu e di Angelo Massaro le cui sentenze sono state oggetto di revisione e, dopo tanti anni di ingiusta detenzione, grazie appunto alla revisione del processo, si è  accertato l’innocenza di tali imputati e ciò, come è facile comprendere, con conseguenze drammatiche sulla loro vita. Hanno, quindi, spiegato in quali circostanze un processo può essere oggetto di revisione, così come previsto dall’art. 630 del codice di procedura penale, come ad esempio nel caso della scoperta di nuove prove che possano ribaltare la sentenza passata in cosa giudicata. È stato sottolineato come, nonostante il sistema giudiziario italiano cerchi di garantire l’esattezza nelle decisioni, il rischio di errore esista sempre e per questo è fondamentale la possibilità di revisione del processo. Uno dei punti più toccanti dell’incontro è stato poi il racconto delle condizioni di vita dei detenuti nelle carceri italiane. Gli avvocati hanno descritto situazioni di sovraffollamento, di condizioni  igieniche precarie, di violazione della privacy del detenuto,  di mancanza di assistenza sanitaria adeguata e, come queste condizioni in alcune circostanze, possono indurre la persona al suicidio e, purtroppo, tali casi sono in costante aumento in  quasi tutte le carceri italiane. Come giustamente è stato fatto rilevare, il detenuto è in primis una persona e come tale ha una dignità che deve essere rispettata in ogni contesto della vita. Il carcere, purtroppo, è visto dalla generalità della società come luogo di espiazione, dove chi ha sbagliato deve essere punito senza pietà, dimenticandosi che la pena deve avere una funzione principalmente rieducativa, come è sottolineato nel già citato articolo 27 della Costituzione. A tal proposito, l’avv. Barbone ha sottolineato come la sua professione abbia determinato nella sua vita una maggiore apertura e considerazione verso quelle persone che per varie situazioni della vita hanno sbagliato, commettendo reati, ma che comunque devono essere rispettate senza preconcetti e senza quella sete di giustizialismo che purtroppo incarna i sentimenti della maggior parte della società.

A conclusione dell’incontro, gli avvocati hanno riferito che, tra le tante attività progettuali svolte dalla Camera Penale di Benevento, uno di particolare interesse, avviato qualche anno fa, è il progetto denominato “Cortincarcere” ovvero il cinema che viene portato in carcere, come percorso di formazione e di riabilitazione educativa, un’occasione culturale che aiuta sicuramente il detenuto a migliorarsi e a reinserirsi più agevolmente nella società.

L’incontro ha suscitato un grande interesse ed entusiasmo tra gli studenti e ciò in considerazione anche del fatto che lo studio del diritto rientra tra le materie caratterizzanti dell’indirizzo scolastico; tale esperienza ha permesso loro di avere un contatto più diretto con il mondo della giustizia attraverso i racconti e le esperienze professionali  di chi opera quotidianamente nelle aule giudiziarie.