Il promontorio di Capo Testa, di Angela Fazzone 4ªSA1 –
Il nostro viaggio d’istruzione in Sardegna è iniziato con la prima escursione in programma: il promontorio granitico di Capo Testa. Si tratta di una piccola penisola situata lungo la costa settentrionale della Sardegna, a pochi chilometri da Santa Teresa Gallura.
Abbiamo avuto modo di osservare le imponenti rocce granitiche, che ricoprono il promontorio con un’estensione di circa dieci chilometri, caratterizzata da un terreno marnoso e arenaceo di formazione terziaria e quaternaria, così come l’intera regione, le cui origini risalgono a circa 21 milioni di anni fa con l’allontanamento della placca Sardo-Corsa dal margine europeo.
La particolare forma tondeggiante dei massi granitici, che si può osservare nelle foto, è dovuta agli agenti atmosferici, i quali nel corso dei secoli, hanno reso plastico il granito, dando vita a delle cavità nella roccia con formazione alveolare dette tafoni.
Durante l’escursione abbiamo percorso Cala dell’Ea, Cala di Mezzo e Cala Grande, per poi arrivare al punto più alto, da dove abbiamo osservato le splendide acque che circondano il promontorio. Le rocce di Capo Testa non sono solo di grande interesse geologico, ma anche ecologico e paesaggistico, infatti in virtù della ricchezza della flora e della fauna presenti sul promontorio, esso è stato designato Sito di Importanza Comunitaria e fa parte della Rete Natura 2000, finalizzata a preservarne la biodiversità. Da qualche anno l’intera zona è diventata Area Marina Protetta.
Inoltre, il promontorio e le zone circostanti vantano una lunga storia che risale ai tempi della civiltà nuragica fino ad essere stato sfruttato in epoca romana per l’estrazione del granito e per l’importante posizione strategica.
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Il sito nuragico “Lu Brandali”, di Rossella Riccio 4ªSA1 –
ll sito archeologico di Lu Brandali, la cui datazione va dal XIV al X secolo a. C., è stato scoperto negli anni ’60 ed è stato oggetto di campagne di scavo a più riprese. Nel sito si può visitare la Tomba di Giganti e il villaggio nuragico. Sull’estremità rocciosa dell’area è presente anche il nuraghe provvisto di 2 torri.
Il villaggio si sviluppa all’ esterno dell’area fortificata, lungo i declivi dell’altura e nella parte pianeggiante a Est e a Sud del complesso. L’abitato si componeva di capanne e di un rilevante numero di tafoni (cavità naturali in granito) ed anfratti aperti fra gli ammassi rocciosi che venivano utilizzati come ripari ed abitazioni oppure come tombe. Gli scavi archeologici in corso forniscono informazioni utili alla ricomposizione delle abitudini di vita quotidiana del villaggio, mentre la grande varietà di avanzi di pasti ritrovati nel sito, fanno dedurre la varietà alimentare degli abitanti di Lu Brandali.
La tomba dei Giganti è un monumento funerario situato a Sud-Est dell’insediamento. L’imponenza di tali costruzioni, ha portato a credere che questo tipo di tombe fossero di leggendarie figure gigantesche, mentre in realtà si tratta della tomba del villaggio. Quella di Lu Brandali accoglieva diverse decine di inumati che lo scavo archeologico ha restituito insieme a qualche monile di bronzo e di ambra. Due ciotole rinvenute in prossimità dell’ingresso dovevano essere legate ai rituali di inumazione. Nell’area antistante il sepolcro, frammenti di stoviglie in ceramica d’impasto costituivano i resti delle offerte deposte in onore dei defunti, successivamente alla sepoltura.
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La città di Alghero, di Laura Coppola 3ªSA1 –
Situata sulla costa nord-occidentale della Sardegna, la città di Alghero incanta i visitatori con la sua ricca storia, la sua vibrante cultura e le sue bellezze naturali mozzafiato.
Fondata dai Doria nel XII secolo, Alghero ha subito diverse influenze nel corso dei secoli, tra cui quella catalana, che ha lasciato un’impronta indelebile sull’architettura e sulla cultura della città.
Visitare Alghero è stato come entrare in un libro di storia vivente. Le mura medievali che circondano il centro storico ci hanno fatto sentire come se fossimo stati trasportati indietro nel tempo. Ma non è solo la storia che rende Alghero così affascinante, è anche la sua vivace atmosfera, con i mercati colorati, i ristoranti accoglienti e le strade piene di vita.
Uno dei tratti distintivi di Alghero è la sua affascinante architettura catalana, caratterizzata da strette strade lastricate, bastioni medievali e torri d’avvistamento che si ergono fieramente lungo la costa. Questi monumenti storici offrono una testimonianza tangibile del lungo periodo di dominazione spagnola che ha plasmato l’identità della città.
Ma Alghero non è solo storia: le sue spiagge di sabbia bianca e le acque cristalline attraggono turisti da tutto il mondo, offrendo loro l’opportunità di godere di un ambiente naturale incontaminato e di praticare una vasta gamma di attività acquatiche.
Inoltre, la città è rinomata per la sua vivace vita culturale, con eventi, festival e manifestazioni che si tengono durante tutto l’anno. Dai concerti di musica tradizionale alle mostre d’arte contemporanea, Alghero offre agli abitanti e ai visitatori l’opportunità di immergersi nella ricca cultura sarda.
Alghero è molto più di una destinazione turistica; è un luogo che ci ha insegnato tanto sulla cultura e la bellezza della Sardegna, e che rimarrà per sempre nei nostri ricordi.
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La casa museo di Garibaldi a Caprera, di Sauchelli Giorgia 3ªSA2 –
Sotto il cielo azzurro di Caprera, ci siamo avventurati per un emozionante viaggio alla scoperta della casa di Garibaldi, intraprendendo un percorso attraverso i sentieri della storia italiana.
All’arrivo, la bellezza naturale in cui è immersa la casa ci ha lasciati meravigliati. Entrando, abbiamo immediatamente respirato l’atmosfera ricca di storia che si trovava in ogni angolo della casa. I corridoi silenziosi e le stanze semplici, ci hanno trasportato indietro nel tempo. Ogni dettaglio della casa ci raccontava qualcosa: le foto alle pareti esprimevano i momenti salienti della vita di Garibaldi, mentre i mobili e gli oggetti dell’epoca ci facevano immaginare la sua vita quotidiana. Dalle finestre, che sembravano una tela dipinta, si poteva ammirare un paesaggio mozzafiato che tanto aveva ispirato Garibaldi, tanto da passare i suoi ultimi momenti di vita su un letto posizionato davanti una di esse.
Infine, all’esterno della casa, abbiamo percorso un sentiero che non solo ci ha permesso di vedere le barche e altri oggetti utilizzati da Garibaldi, ma anche di ammirare lo spettacolo naturalistico dell’isola di Caprera, ricco di verdi alberi, fiori colorati e piccoli animali. Un paesaggio vivace che spesso non si può esprimere con le parole.
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La spiaggia del Relitto, di Paolo Palladino 4ªSA2 –
Nell’ambito della nostra gita nel Nord della Sardegna, dopo aver visitato la casa museo di Garibaldi, ci siamo avviati per l’ultima escursione in programma: la suggestiva spiaggia del Relitto.
Situata nella parte meridionale dell’isola, la spiaggia del Relitto è circondata dalla macchia mediterranea e si distingue da tutte le altre spiagge circostanti per il candore delle sue sabbie e per le sue acque cristalline che sfumano dall’azzurro trasparente in prossimità della riva fino ad assumere varie tonalità di celeste e acquamarina man mano che ci si allontana dalla costa. Altra peculiarità della suddetta spiaggia è la presenza, sul suo territorio, del relitto del motoveliero “Trebbo”, attivo attorno alla metà degli anni ’50 nel trasporto di carbone e arenatosi a seguito di un incendio scoppiato a bordo (avvenimento in seguito al quale la spiaggia fu ribattezzata col nome attuale). Di esso ora rimangono solo alcune parti dello scafo, parzialmente sommerso, costruite in ferro e legno, quest’ultimo diventato bianco col tempo, abbinandosi perfettamente al colore della sabbia sulla quale giace. In più, per il suo ambiente incontaminato e per la limpidezza delle sue acque, la spiaggia è stata insignita dalla Foundation for Environmental Education della celebre bandiera blu. Una sosta dunque, memorabile sia dal punto di vista estetico per le bellezze naturali presentate dalla spiaggia e i suoi dintorni, sia dal punto di vista culturale, per via della storia che il relitto lì arenato porta con sé, svelando ai visitatori più curiosi una pagina di storia scolpita in maniera indelebile nella memoria.
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