Art.3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
A cura di Maria Luisa Mastrobuoni dalla classe 3ªS2 del Liceo Scientifico
Nell’attività di Orientamento, partecipando agli incontri della redazione del Corriere della Sera “INSIEME PER CAPIRE”, abbiamo seguito un interessante discorso sul principio di uguaglianza nella nostra Costituzione. Il giornalista Massimo Rebotti ha intervistato sul tema la Professoressa, ex Giudice Costituzionale Daria de Pretis. Il dibattito, sollecitato da alcuni studenti in collegamento e ripreso da noi in classe, è stato stimolante e ha offerto vari spunti di riflessione:
- Il persistere, nella giurisdizione di oggi, di una discrepanza tra la cittadinanza “formale” e “sostanziale”
- Il diritto di cittadinanza di tutti i cittadini nel rispetto delle norme costituzionali
- I miglioramenti nel concetto di uguaglianza e i regressi legati ad una società mirata al progresso
- Il divario tra uomo e donna che persiste nel nostro Paese, in particolare nell’ambito lavorativo
- La questione dei migranti, molto discussa al giorno d’oggi, per la quale si chiedono soluzioni
- La sensibilizzazione rispetto al tema delle diverse etnie e religioni che coesistono nel nostro Paese
- Le questioni sulla libertà di scelta, come il suicido assistito
Sull’importante tema della disparità del salario tra uomo e donna, la Professoressa ha precisato il persistere di un forte divario tra i principi giuridici, che riconoscono tale parità (art.3 Cost.) e la realtà fattuale.
Le donne, infatti, scontano il peso del lavoro e delle responsabilità familiari che gravano sulla loro disponibilità, sulla possibilità di scelta e quindi in qualche modo finiscono con l’incidere sulla misura del salario, sulla possibilità di conseguirlo o addirittura di dover essere costrette a rinunciarvi. In merito alla questione, nel corso degli anni sono stati riconosciuti, dalle leggi in materia, permessi, agevolazioni, sostegni e dispense dal lavoro, il tutto nel tentativo di dare sempre maggiore applicazione concreta al principio di uguaglianza formale sancito nella Carta costituzionale. Ad oggi tuttavia questa discrepanza non è stata ancora attenuata.
Molto dibattuto è stato inoltre il tema del diritto di cittadinanza. Sono state prese in esame le espressioni Ius soli e Ius scholae.
Il principio dello Ius soli (dal latino “diritto del suolo”) prevede che la cittadinanza sia acquisita per il fatto di essere nati sul territorio dello Stato. La cittadinanza, quindi, è legata al luogo di nascita. In Italia attualmente lo Ius soli viene riconosciuto solo in casi eccezionali, mentre invece vige lo Ius sanguinis. Lo Ius scholae è un’espressione legata al recente dibattito politico, che sta ad indicare la possibilità di acquisire la cittadinanza al compimento di un ciclo di studi. In tal senso è stata presentata una delle proposte di riforma della legge sulla cittadinanza Italiana. In applicazione della Costituzione è necessario rimuovere gli ostacoli, che in materia di cittadinanza, ancora impediscono l’attuazione del diritto all’uguaglianza tra tutti gli uomini.
Riguardo le libertà di scelta, è molto sentito il tema del suicidio assistito. Sussistono contrasti tra il diritto formale del cittadino e la sua effettiva applicazione poiché vietando e punendo una simile scelta, si possono infrangere i diritti fondamentali dell’uomo. Il codice penale considera reato l’aiuto al suicidio, ma la Corte Costituzionale riconosce casi particolari nei quali sarebbe incostituzionale punire l’eutanasia nel rispetto della dignità dell’uomo e vigila così sull’adempimento dei diritti umani.
Dall’entrata in vigore della Carta costituzionale molte leggi sono state approvate affinché il fondamentale principio di uguaglianza, sancito nell’articolo 3 della Costituzione, trovasse concreta attuazione; resta ancora tanto da fare, soprattutto in una società in continua trasformazione. Sarà compito delle nuove generazioni dare progressiva realizzazione a quanto scrissero con tanta sapienza e lungimiranza i nostri Padri costituenti, ricordando anche che esiste sempre il pericolo di passi indietro rispetto allo stesso cammino dei diritti già attuato, e rifuggendo quindi da atteggiamenti di indifferenza e discriminazione.
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